Tutti coloro che privilegiano il senso della misura faranno bene ad evitare accuratamente quest'altro prodotto della premiata ditta ZAZ (Zucker, Abrahams e l'altro Zucker): la comicità cosiddetta demenziale non fa ovviamente per loro. Gli altri, quelli ai quali non dispiace il nonsenso grafico tipico dell'eredità del fumetto, la citazione forsennata della situazione cinematografica da prendere per i fondelli, una tradizione sadomasocomica tipica della cultura americana (quella, ad esempio, che fa capo da anni alla rivista MAD) non esiteranno invece ad accomodarsi.

Alla valanga incredibile di gag che si susseguono ogni trenta secondi della proiezione di UNA PALLOTTOLA SPUNTATA non chiediamo certamente il rigore ed il buon gusto della comicità di un Lubitsch, il raffinato intellettualismo di quella di un Woody Allen, e nemmeno il senso della geometria, dello spazio che permetteva a Blake Edwards, l'autore della PANTERA ROSA, di sublimare i capitomboli e le fesserie del suo ispettore in una sorta di delizioso balletto astratto.

La bulimia farsesca della banda ZAZ è il segno di altri tempi: piuttosto che recriminare, meglio abbandonarsi al piacere di ciò che passa il convento. C'è tanto di sprecato, il resto non tutto di prima mano,, e non poco che vi farà ridere: cosa chiedete di più per dodici franchi, nove al lunedì?